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LA CAPPELLETTA della MADONNINA di PLATISCHIS

 

Ci sono due racconti che riguardano la madonnina, unica vera madonnina di Platischis. Quella collocata nella Cappelletta di Platischis, due episodi di cui la datazione non è rintracciabile, ma successero molti anni fa. Prima che la Cappelletta fosse spostata dove ora noi la vediamo…

 

1°:

Prima del 1914 i platiscani usavano donare alla madonna che si trovava in chiesa dei piccoli monili d’oro in segno di gratitudine o per chiedere una grazia. Questi doni venivano posti in un vano posto sotto la seduta della madonna. Anche la madonnina della cappeletta riceveva dei doni che venivano posti alle mani o al collo della statua.

In quegli anni la Cappelletta era posta sulla scaletta Prihod, una Cappelletta molto più piccola di quella che noi vediamo ora. Anche la statua della Madonna era più piccola: una struttura molto semplice formata da due ferri per le braccia ed un triangolo per il busto. Alle braccia erano attaccate due mani e la testa fatte di porcellana.  Ed indossava un abito semplice il cui tessuto era damascato e dorato.

Una notte un ladro arrivato dall’est, lungo i sentieri tentò di rubare degli anelli sfilandoli dalle dita della madonna ma nell’attimo in cui tentò di sfilarli la madonna chiuse i pugni, impedendo il furto. Il ladro dall’improvviso gesto si spaventò e contemporaneamente preso dalla rabbia le diede con la mano destra uno schiaffo sulla guancia sinistra. Resosi conto del gesto compiuto, spaventato corse alla casa dal prete del paese a bussare alla sua porta.

Il prete andò alla porta e mezzo addormentato gli chiese cosa volesse a quell’ora di notte. Il ladro teso, gli disse che doveva seguirlo raccontandogli l’accaduto alla cappelletta.

Il prete gli rispose che a quell’ora di notte non sarebbe andato da nessuna parte. Innanzitutto perché non conosceva quell’uomo e poi perché non gli credeva ipotizzando che si stesse inventando tutto.

Il ladro sempre più agitato e continuando a giurare che ciò che era accaduto era vero riuscì a farsi seguire dal prete.

Quando arrivarono alla cappelletta le mani della madonna erano aperte. Davanti al sacerdote che lo guardava scettico e un po’ risentito per essere stato svegliato in piena notte, il  ladro insistette che gli stava dicendo la verità: che la madonna aveva chiuso i pugni. Ma era talmente buio che a lume di candela si vedeva ben poco.

A questo punto il prete lo portò a casa con sé e per la notte lo tenne a dormire lì. Con l’intenzione di ritornare alla cappelletta al mattino. Il giorno dopo, dato qualche cosa da mangiare al ladro, ritornarono dalla madonnina e con la luce del giorno videro meglio. Le mani risultavano aperte ma sulla guancia sinistra compariva un segno lasciato dalle dita. Il prete nonostante l’evidenza e il ladro che continuava a giurare di avergli detto il vero, non gli credette.

 

Diventò così una leggenda…

 

Ma nonostante ciò alcuni platiscani continuarono a sostenere che i segni c’erano sulla guancia. E non erano segni di lavorazione della statua.

(Purtroppo la statua durante il terremoto è scomparsa per cui solo se ricomparisse si potrebbe guardare le sue guance… Qualcuno si ricorda ancora di averla vista da bambino accantonata nel solaio del prete. )

                                                                                                                            (d.s.)

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2°:

Tra Bergogna e Platischis un fantasma vagava continuamente. Tutte le notti andava su e giù e spaventava le persone che si spostavano da un paese all’altro.…

Nessuno conosceva il motivo di questo suo vagare finchè un giorno dei preti si riunirono a Bergogna per fare un esorcismo per mandarlo via.

I preti che con immensa fatica non riuscivano nell’intento, gli chiesero che cosa avesse fatto di così grave che non se ne andava.

Il fantasma rispose: “Ho derubato la Madonna di Platischis, e le ho dato uno schiaffo. Ma l’unica cosa che non mi ha perdonato è che faccio la spia sui contrabbandieri… e per questo io vago.” E disse ancora: “ Non riuscirete mai a cacciarmi… se volete che io me ne vada dovete chiamare il prete di Montemaggiore, solo lui può mandarmi via.

Qualcuno di loro andò a chiamare il prete di Montemaggiore. Egli anziano e amante del soave profumo del buon vino, si rifiutò di spostarsi se non in cambio di qualche assaggio.

I sacerdoti gli risposero che prima li avrebbe dovuti aiutare e poi sarebbe stato accontentato. Ma lui testardo rispose: “ Eh no!! O mi date o io non mi muovo da qui!”.

 

Accontentato, seguì i sacerdoti a Bergogna e infatti egli riuscì a cacciare il fantasma per sempre nell’oltretomba.

                                                                                                                             (d.s.)